venerdì 25 settembre 2009

-La frontiera tra l'occidente e i musulmani francesi attraverso l'esempio del burqa

Oggi, in Francia, si sviluppa un'incomprensione tra diverse comunità e in particolare coi francesi musulmani. Attraverso il problema del burqa, la Repubblica della tolleranza non sembra capace di fare i conti con le diversità che la abitano. Questo dibattito di società svela l'attaccamento dell'opinione publica alla laicità ed ai diritti della donna.
Raya, una giovane mussulmana, ci tiene a rivendicare il suo libero arbitrio." Innanzitutto, precisa, è una mia propria decisione, non lo faccio per costrizione".
Poi, denuncia l'abitudine dei media di stigmatizzare sempre l'uso del burqa come una violenza interiorizzata, un'obbligazione che si fa accettare alle donne. Nel caso di Raya, portare il burqa testimonia della volontà di abitare la propria nuova identità e di vivere la propria nuova fede. Difatti, Raya si è convertita all'islam dopo avere sposato un mussulmano. Anche se non lo dichiara chiaramente, il suo argomento tradisce un rigetto del modo attuale di vita. Eppure questa tendenza si conferma in tutte le comunità, come spiega Raya che prende l'esempio dei giovani che si fanno tatuare per rivendicare l'appartenenza ad un'identità. 
Però non è tanto facile e molte sono le interrogazioni simili: come rispettare i principi laici senza fare discriminazioni religiose? Il burqa tradisce veramente un atto libero delle donne o rimane una volta di più un modo di sottomissione? Per me, il fatto di nascondersi dietro ad un velo è la negazione dell'identità.

12 commenti:

  1. Chiedo agli autori dell'articolo e agli autori dei commenti di firmarsi, per cortesia. Grazie Chiara Milanesi

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  2. Non sono veramente d'accorda con te. E' vero che nascondersi dietro ad un velo può apparire come la negazione dell'identità e sopratutto nella nostra società dové abbiamo lottato per la libertà delle donne. Ma il problema è che la Francia è un paese laico dove le religione sono rispettate. Quando qualcuno ha una croce non c'è alcuno problema. Dunque perché il velo provoca queste reazione? Penso che il vero problema sia di sapere se portare il velo è veramente una scelta della donna. Se è il caso, come Raya nel tuo articolo, non ho alcuno problema con il fatto di portare il velo. Tutta la gente è libera di vivere come vuole. Pauline Guibbaud

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  3. La Repubblica ha decidere di non riconoscere nessuna religione (1905). È il pilastro della repubblica francese. Il problema non è la relazione che intrattiene con la religione musulmana, ma la sua connivenza con la religione cristiana. Pauline ha ragione. Il vero problema è l'accettazione del porto della croce per esempio. Occorre che la Repubblica abbia lo stesso atteggiamento con l'insieme delle religioni. Sam Medve

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  4. A proposito del "velo", bisogna fare la distinzione tra il burqa, afgano e senza altro tipo di provenienza che una lettura radicale della fede, il niqab, dall'Arabia Saudita e che lascia spazio solamente per gli occhi, e il hijab, che viene piuttosto dal Magreb e lascia la faccia libera. Mi pare essere di buona ragione lasciare chiunque pratticare o no la sua religione come vuole dal momento che non c'è nessuna contradizione col libero arbitro o col modo di vità degli altri in società. Il fatto di essere anticlericale non può dare una ragione per gettare tutti i comportamenti nello stesso zaino ; tutte le persone hanno il diritto all'uguaglianza ma anche al rispetto per questo che rimane libero e non agressivo verso gli altri, come nel caso del velo leggero (il hijab, per esempio) che disturba i passanti che non sopportano le vecchie sorelle o il suono delle campane. Questo è la frontiera umana senza la quale non sarebbe possibile vivere in società, tranne nelle società dove la differenza è eradicata.

    Il velo che è imposto alle ragazze nelle coppie ultra-ortodosse è una materia di problema ma secondo me non è sincero guardarlo come un fatto a combattere solo ; lo Stato non ha legiferato quando gli integralisti cattolici con Mgr Lefebvre hanno imposto in qualche ceremonia l'ufficio in Latino, e questo è rimasto un affare di Chiesa. Il dialogo rispettoso tra delle associazioni con queste famiglie, che potrebbe insistere sulla "superficialtà" della costume e sulle sue radici iraniane, mi pare un mezzo molto più sincero per ridurre il problema.

    Il problema europeo con l'Islam è forse che è diviso tra numerosi correnti dalla lotta tra Ali e Abu Bakr, che non somigliano all'analisi della religione "unita", come il Cattolicesimo : il fatto di avere la parola di qualunque dignitario non significa altra cosa che avere la sua fiducia e quella dei suoi fedeli. La lettura fondamentale della religione è troppo sociale e relazionale per essere fatta per le leggi, ed è facile dare delle lezioni di civiltà quando il modello inconscio datto ai paesi musulmani senza dialogo è quello della società di consumo, individualista. Più della frontiera tra lo Stato e le chiese dal 1905, è anche dimenticata la frontiera tra le leggi e i comportamenti sociali, cioè l'etica difficile per guardare l'altro, quello con una croce, una kippa o niente come quella con un velo.

    PS : Ho pensato che sia una buon'idea (non per fare credere ch'io sia un leccapiedi...) iscrivermi come "lettore fisso" del blog, così il mio nome va sempre coi miei commenti. È possibile farlo con Google, Aol e OpenID, almeno...

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  5. Penso che portare un velo sia un problema perche prima di tutto e oltre le questione religiose, mette la gente francese a disagio, contrariamente al fatto di portare una croce, come quello che dice Pauline. Certo, la burqa è un segno di religione come la croce ma è qualche cosa di molto ostentato, quasi provocante. E anche se fa partite della religione musulmana, e che la Francia e supposta essere tolerante verso i culti diversi, la populazione francese non riusce ad accettare questa differenze visibile. Non è il mio punto di vista ma credo che sia il problema. Justine de Barsony

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  6. @Guillaume: la frontiera tra le leggi e i comportamenti apre l'ennesima questione: la legge deve poter anticipare i "mores" oppure ne segue il percorso per mettervi ordine iin una instancabile rincorsa di attribuzione di senso???????
    Mi piace il tuo intervento...mi fa riflettere...

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  7. Secondo me è ora di finirla con questo dibattito demagogico sul burqa. Usare il diritto delle donne per combattere il burqa non ha senso in un paese di diritto come la Francia. Infatti le statistiche dimostrano che le donne che vogliono togliersi il velo lo fanno, quindi la stragrande maggioranza delle donne musulmane che continua a velarsi in Francia lo fa liberamente per affermare la propria appartenenza religiosa. Come un cristiano che festeggia il Natale, come un italiano che sventola la sua bandiera fieramente. La vera domanda non è se bisogna abolire il burqa perche non rispetta il diritto delle donne o tutelarlo in virtù della liberta religiosa. No, il burqa integrale non può essere portato in un paese civile perché impedisce di riconoscere l’identità di una persona punto e basta. Non c’è bisogno di aggiungere nient’altro. Ma questo importa a pochi perché in realtà anche il semplice velo, che lascia il volto scoperto, ci da fastidio. Il vero problema non è il burqa, ma cosa fare del velo. La domanda è da analizzare più dal punto di vista della convenzione sul come vestirsi che dal punto di vista religioso. Secondo me la tematica del velo si avvicina di può a quella del naturismo che a quella religiosa. Infatti non ci importa nulla che una persona sia musulmana, ebrea o cristiana, quello che ci da fastidio è vederlo apertamente. Il velo deve essere un diritto privato come lo è quello di starsene nudo a casa propria. Se ci pensiamo ci rendiamo conto che nessuna legge fa la differenza tra la spiaggia e la strada pero non si può andare in giro in città vestiti con un semplice costume da bagno anche se fan 40° all’ombra … Ma pero è più legittimo voler andare in giro in costume quando ci sono 40°, che voler andare in giro velati per convinzione religiosa. In fatti nel primo caso il nostro corpo prega perché lo si lasci sudare e respirare liberamente.Pero la convenzione sociale fa si che si interpretti la legge contro l’attentato al pudore in modo da impedire a chiunque di andare in giro in costume per le vie di una città. Il velo è una questione di convenzione culturale riguardante il modo di vestirsi. Il velo ci da fastidio perché è un elemento che va contro la nostra concezione di come vestirsi in società. Allora la vera domanda è : vogliamo che il velo diventi un modo di vestirsi convenzionale sì o no ? Poiché la Francia è uno stato sovrano con un certo passato culturale se decide di rifiutare un cambiamento culturale, è leggittimo che si rifiuti. Chi non è d’accordo se ne torni a casa sua, l’Europa non deve essere la nazione del mondo intero ma quella degli europei con cultura europea, se no il concetto d’Europa non avrebbe più senso. Bisogna renderci conto che le società umane sono basate su convenzioni astratte e arbitrali e che senza queste convenzioni tutto crollerebbe quindi in realtà la domanda sul velo ha un fondamento puramente astratto. E solo una questione di convezioni e quindi è il popolo francese che deve decidere liberamente basandosi solo sui propri gusti nazionali. Rifiutare il velo in Francia è semplicemente come rifiutare la Turchia in Europa, un fatto culturale.
    Paolo Rotelli

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  8. @paolo: la Francia è anche il paese della libertà e dei diritti umani...È questo il tratto culturale più significativo...almeno mi sembra...Dire se non gli sta bene se ne vadano a casa loro è davvero perdere la propria cultura e abbandonare i principi di libertà sui quali si fonda la Repubblica...

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  9. L'articolo riassume molto bene la situazione attuale che riguarda la questione : Occore proibire il burqa in Francia? L'articolo afferma che la maggior parte delle donne musulmane che portano il burqa in Francia lo fa per scelta e non per obbligo. I giornale riferiscono incessantement casi di donne obbligate a portare il burqa, o il velo, e, che possono essere colpiti se non lo fanno.
    Quest'atti, apparentemente isolati, e lo spirito occidentale "liberato", fanno apparire il porto del burqa come une vera costrizione per la donne. Pure, è vero che la aggioranza delle donne musulmane lo porta, volontariament, per rivendicare le lore credenze e la loro appartenenza ad una comunità. E là che casca l'asino. La Francia, la repubblica francese non sembra ammettere il communitarismo: la prova è che non riconosce le minoranze come in altri paesi come gli Stati Uniti... Il burqa sembra rappresentare l'ostacolo tra la Comunità musulmana la più pia e la repubblica. E anche l'emanazione della credenza più accurata che alcuni assimilano ad estremismo e quelli che confondono tutto fanno una relazione con il terrorismo.
    D'altra parte, la repubblica francese riconosce il diritto a ognuno di vestirsi come lo desidera nei liiti della decenza, il burqa non è indecente. Soltanto, per alcuni, pone un ostacolo diretto nelle relazioni sociali da partire dal momento in cui il viso è essenziale per tenere una conversazione con un'altra persona. L'oocidente è molto girato sull'aspetto e la burqa sembra diventare un bastione allo scambio e comportare un imbarazzo tra gli interlocutori.

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  10. Il problema della burqa o del velo me sembra illustrare veramente la questione dei frontieri: il vero problema per me è il fattoche il velo crea un distanza, una barriera in Francia tra le donne che lo portano e gli altre persone. Il velo da fastidio alla gente che è di un altra religione e un altra culture. E veramente strano per noi di potere diventare amici con una persona senza avere mai visto la sua faccia. E un elemento completamente culturale. Per un musulmano è la nostra maniera di comportarsi che puo sembrare urtante. Nel arte musulmano, la faccia dei personaggi non è mai rappresentata e trovano certamente che è qualcosa di brutto.

    Invece per me, il velo non deve essere troppo legato alla questione della difesa dei diretto delle donne. Fare une lega per interdire il velo non è la soluzione. Penso che esista già un sistema di protezione che vieta di forzare une donna a fare qualcosa che non vuole. Vietare completamente il velo anche nella strada è giustamente un'offenza al diretto della donne e a la lora diversità. Certe persone pensano che non puo essere une scelta personale, che, in ogni, modo, viene da la lora educazione, ma se queste donne togliono il loro velo, rimanerono le stesse dietro. E penso che giustamente non togliorono il velo ma preferirono rimanere a casa.
    Justine Mangion

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  11. La nostra societè non sa ovviamente come risolvere quest'antinomia tra la libertà di culto et la laicità.
    Certo, il velo pone il problema della definizione dell'identità francese ma anche quello della coesione nazionale, se il velo corrisponde a una pratiqua estremista di rigetto dei valori francesi.
    Non credo ricordarmi che nel passato il porto di velo sia più sparso. Secondo un amico che vive in quartiere a maggioranza musulmana, le givone lo portano più spesso che loro madri alla stessa età. Perché questo ritorno del velo? é veramente una testimonianza di fede o piutosto un fenomeno di moda?
    Per me, esiste un bisogno dei valori che la gente trova nella religione ma é anche un bisogno di mostrare la sua esistenza attraverso un comportamento diverso.
    Marie Massiani

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  12. @Marie: credo anch'io che vi sia questo bisogno di "smarcarsi", di riprendere una sorta di "orgoglio" identitario...Colpa nostra?

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